Via i dubbi: smart working vs telelavoro
Due termini spesso usati in modo analogo, ora non più.
Ciao smacers!
Spesso vengono usati termini come smart-working e telelavoro come sinonimi ma in realtà non lo sono affatto, lo sapete, vero? Per togliere ogni dubbio però, chi siamo noi se non le persone giuste per fare un po’ di chiarezza?!
Sono entrambe delle modalità presenti nel mondo del #lavoro a livello mondiale da molto tempo prima della pandemia. In #Italia, tuttavia, erano poco diffuse e poco conosciute.
Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, prima dell’emergenza sanitaria solamente il 13% delle aziende italiane utilizzava questa modalità di lavoro; ad oggi, invece, solo il 4% non ne usufruisce. Nonostante la testimonianza dei dati c’è però ancora molta confusione sulla terminologia corretta da utilizzare. Forse il #COVID-19 ha portato a qualcosa di positivo. Ha infatti permesso di far capire a molte aziende che lavorare in modo agile è possibile ed anche con un buon risultato.
Il telelavoro
Il telelavoro è una particolare modalità di organizzazione del lavoro in cui non si lavora dall’#ufficio ma da una postazione definita tra le parti (e può essere a casa, come in un ufficio di #coworking). Una volta stabilita la località però è da rispettare, non si ha la libertà di scegliere da dove collegarsi. Allo stesso modo, la fascia oraria in cui lavorare è predefinita e va rispettata.
Lo smart working
Lo smart working, invece, è una modalità in cui #flessibilità è la parola chiave. Si lavora per obiettivi e non per ore, si lavora dalle località che ci fanno più “comodo” e ci aggradano maggiormente. Questo per migliorare la #produttività del mestiere, conciliando con esso la vita privata.
Coesistenza che spesso non viene “accettata” dalle aziende ma permettendo la coesistenza di lavoro e #vitaprivata, la produttività e l’apprezzamento del proprio #impiego aumentano. Il COVID-19 ha permesso alle aziende di comprenderne i #benefici. I propri dipendenti, nonostante fossero a casa con figli, DAD, lavatrici, cucine piene di lasagne e pane preparato nel tempo libero, hanno continuato a lavorare e a impegnarsi per portare avanti l’economia aziendale e raggiungere traguardi.
E sembra proprio che i risultati positivi del lavoro stiano portando molte realtà lavorative ad accettare questa nuova modalità. Infatti, come riportato dall’articolo di ANSA del 04.04.2022 (link qui), “l’88% delle aziende ha confermato che dopo la data del 30 giugno continuerà la possibilità di lavorare in smart working e da remoto, contro l’11% che ha espresso un’intenzione contraria“.
Con quest’ultima citazione vi portiamo a riflettere e a lasciare nei commenti il vostro pensiero sul lavoro agile. Ci farebbe molto piacere leggere i vostri punti di vista!
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