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Wired | Le startup italiane cercano fortuna a Parigi

Parigi – Le startup italiane arrivano nella capitale francese. A portarle oltralpe è Smau 2023, la fiera milanese dell’innovazione. Il luogo è Station F, principale incubatore di Parigi e tra i più grandi al mondo. Storie di innovazione che cercano capitali e le entrature internazionali per “scalare” il mercato. Come quella della milanese Dico Technologies, che ha sviluppato un sistema che consente ai pazienti in terapia intensiva di comunicare con il personale sanitario tramite un sensore collegato a una mano. Il problema, racconta a Wired il cofondatore e amministratore delegato Aldo Padova, è emerso durante il biennio pandemico, quando le unità di terapia intensiva si sono riempite oltremisura.

Storie di startup

I malati intubati sperimentano grandi difficoltà di comunicazione – afferma Padova -. Sono coscienti, vigili, ma non hanno la possibilità di esprimersi”. La soluzione? “Poniamo un sensore di movimento sulla mano del paziente e lo colleghiamo a un tablet: piccoli spostamenti dell’arto muovono un puntatore e lo posizionano su una serie di icone che rappresentano i bisogni più comuni: rifare il letto, essere girati, richiedere assistenza”, spiega il fondatore. Per necessità più complesse, a video appare una tastiera tramite cui è possibile scrivere un messaggio. Il centro di controllo è ubicato nell’infermeria, dove il personale può monitorare quanto accade in sala tramite una dashboard. Il sistema, pensato dal cofondatore Giacomo Bellani, docente di Anestesia e area critica e profondo conoscitore dei reparti, è già stato sperimentato con successo all’ospedale di Magenta. L’azienda è stata fondata nel 2021 e al momento, afferma Padova, ha ricevuto investimenti da una compagine di “family, fools and friends, un classico delle startup.

Farm4trade, invece, è nata in Abruzzo per applicare una robusta dose di tecnologia nel settore degli allevamenti, dalla crescita fino alla macellazione. L’azienda ha sviluppato una piattaforma proprietaria legata a un sistema di riconoscimento biometrico dei bovini, che può contribuire alla creazione di un’anagrafe regionale e nazionale degli animali.

Usiamo telecamere collegate che sono in grado di analizzare le carcasse e gli organi – spiega il fondatore Andrea Capobianco Dondona – valutando la presenza o assenza di lesioni, quantificandole e rendendo i dati disponibili. In questa maniera valutiamo la presenza di patologie legate alla salubrità dell’allevamento, con l’obiettivo di migliorare le pratiche aziendali”. Lesioni che comprendono, per esempio, il morsicamento della coda, frequente quando gli animali vengono costretti in spazi troppo piccoli. O problematiche legate al trasporto, che deve avvenire entro precisi standard, assicurando che i capi non sbattano contro le pareti dei mezzi. Tante le inferenze possibili: “Anche il miglioramento improvviso delle condizioni può essere legato a una gestione non corretta del bestiame, perché potenzialmente indicativo di un ricorso massiccio ad antibiotici” prosegue l’imprenditore. Un sistema di lettura dei tatuaggi apposti sui capi consente di riconoscerne la provenienza, e può essere impiegato dalle aziende legate a particolari territori, come quelle che producono prosciutto.

Tra le idee interessanti viste tra gli stand, la laziale Beaware, che semplifica le procedure burocratiche necessarie allo smaltimento dei rifiuti industriali “contribuendo ad automatizzare la gestione della complessa documentazione richiesta dalla legge” spiega Giorgia Leonardi, ingegnere e fondatrice. Dal 2024, aggiunge, la digitalizzazione sarà obbligatoria. La ferrarese Smace seleziona spazi di lavoro condiviso da proporre al bisogno ad aziende alle prese con lo smart workingNgv Powertrain progetta motori innovativi basati su idrogeno e biocarburanti modificando i noti propulsori diesel, e lo fa a Reggio, nella motor valley dell’Emilia Romagna.

Un ponte sopra le Alpi

La verità? Alla fine italiani e francesi si piacciono”, chiosa Valentina Sorgato, amministratrice delegata di Smau, diventata la figura chiave del percorso che ha portato una fiera nata sessant’anni fa, al tempo delle macchine da scrivere, nell’epoca della digitalizzazione. Il percorso di internazionalizzazione avviato nel 2015 comprende tour a Berlino, Londra, Parigi e, da quest’anno, San Francisco. Col tempo, alle delegazioni degli imprenditori si sono aggiunte le grandi aziende. A Parigi c’erano A2A, Snam, Eni, Ferrovie Nord, Intesa, assieme alle delegazioni di regioni come Lazio, Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania. “La svolta si è avuta dopo il Covid, quando ci si è resi conto che la soluzione a problemi urgenti poteva arrivare proprio dalle startup”. Ma le grandi realtà, spiega, “partecipano anche perché hanno interesse a confrontarsi con controparti internazionali come l’Oréal, Total, Orange, creando relazioni che poi verranno consolidate nel corso dell’appuntamento milanese di ottobre”.

Perché Parigi? “L’ecosistema della capitale francese, con una rete di oltre 400 tra incubatori, innovation labs e spazi di coworking, è da tempo un punto di riferimento per le startup internazionali, organizzato in numerosi cluster che vanno dalla cosmetica, all’high-tech, dalla medicina all’aerospazio, dalla trasformazione digitale alle smart cities – afferma Luigi Ferrelli, direttore della sede parigina dell’Italian trade agency (Ice), agenzia governativa per la promozione dell’industria nazionale -. In questo contesto, Ice Parigi ha attivato uno specifico desk dedicato all’innovazione, per favorire l’internazionalizzazione delle startup italiane, aumentandone la visibilità e l’attrattività presso operatori francesi, oltre a fornire supporto ad iniziative importanti come Smau Italia RestartsUp.”

La politica ha provato a spianare la strada. “La cooperazione tecnologica tra Italia e Francia – spiega l’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro – è stata sugellata dal Trattato del Quirinale, siglato a novembre 2021 ed entrato in vigore pochi mesi fa. C’è una sezione dedicata specificamente alla collaborazione in politica industriale, che si concentrerà su intelligenza artificiale5G6G, tecnologie quantistiche, industria culturale e creativa” afferma D’Alessandro.

Le affinità tra i due paesi non mancano. “Il mercato, per esempio, si è dimostrato più simile di quanto ci aspettassimo – riprende Sorgato -. Ma anche i modelli organizzativi, la scala delle aziende, sono paragonabili: per fare un esempio, in Germania le società sono mediamente molto più grandi”. Marwan Elfitess, a capo dell’innovazione di Station F, è ottimista sulle prospettive dell’Italia: “Regno Unito e Germania stanno facendo bene nell’ambito dell’innovazione, ma voi italiani state arrivando – dice a Wired -. Pensiamo al fintech e ai due unicorni dello scorso anno, Satispay e ScalaPay. L’Italia ha lo stesso potenziale della Francia: se riesce a mettere in piedi l’ecosistema giusto e a rendere disponibili i capitali, crescerà in maniera esponenziale”.

Le differenze

Sono 21mila le startup in Francia con 650mila impiegati, 577 investitori venture capital e circa 5.500 investitori corporate. Dal punto di vista delle città, Parigi rappresenta il più grande ecosistema del paese con un valore economico pari a 89 millardi di dollari; seguono Lille (7 miliardi), Lione  (5,5) e Marsiglia (2,7). Proprio queste cifre segnano la differenza con l’Italia. “In Francia è tutto molto centralizzato. L’85% circa del fundraising è concentrato nella zona della capitale – riprende Elfitess -. In Italia c’è più diversità: non c’è solo Milano, ma anche Torino e altre realtà”. Sorgato conferma: “Da noi non si registra questo tipo di concentrazione. Se il lato positivo che ne deriva è che molti territori possono ritagliarsi un ruolo e una specializzazione propri, il rovescio della medaglia è che quando si esce dai confini si tende a presentarsi in maniera autonoma. Ed è un errore: non si può andare alle grandi fiere internazionali con microstan”. Si rischia di non essere visti. Per competere, afferma la manager, “serve più potenza di fuoco”. E qualche accorgimento di marketing. “Niente campanilismi: oltreconfine conoscono più che altro il brand Italia. Presentarsi a nome di una singola regione non paga”.

Riguardo alle tendenze per il futuro, la chiosa è di Elfitess, seduto su un osservatorio ben posizionato come quello di Station F: “Il 36% delle nuove startup che abbiamo accolto nell’acceleratore operano nel greentech, e sono convinto che vedremo presto degli unicorni nel campo. Poi c’è il quantum computing: l’Europa ha perso il treno anni fa, ma oggi tutti sono consapevoli che dobbiamo essere forti in quel settore”. Macron si è già mosso, come vi avevamo raccontato a giugno: in Francia c’è Pasqal (oltre cento milioni di funding), ma è nata anche Quandela, ormai scaleup, specializzata nella fotonica quantistica e cofondata dal brianzolo Niccolò Somaschi.

Articolo di Wired. Link all’articolo.

Huffpost | Smau porta le startup dell’innovazione italiana sotto la Tour Eiffel

Dalla sonda che previene la siccità del suolo al sistema di simulazione di cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale, dal packaging di bioplastica solubile fatta con scarti di pesce alla piattaforma che connette le aziende con una rete di oltre 150 strutture per smart working: ecco le 35 startup selezionate da Smau e ITA che passeranno per Station F.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaR e  che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players  che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies  che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaR e  che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players  che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies  che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

E sono tante anche le realtà che vogliono innovare il settore dell’health tech: I am Hero, Plus Biomedicals, Neosperience Health, Dico Technologies; quelli di AgroTech e ristorazione: farm4trade, SKYDRONE360, Dishup; dello smart manufacturing: BUILTI, PRES-X, Screevo, ARKEAN, STEMM; del fashion: PAC; del broadcast: Nexting; della tecnologia VR: VR Tourism; del LiFi: To Be; della cybersecurity: TrueScreen, Unguess; del lavoro: Cloudvision, nCore; del legal tech: HEU; della blockchain: Genuine Way; dell’energy e della sostenibilità: CHEERS, Hydorghen, Is Clean Air.

Tra le corporate francesi coinvolte ci sono L’Oreal, EDF, Air Liquide, Eutelsat, Kering Eyewear, Renault, Total che incontreranno la delegazione di startup italiane e i team innovazione di grandi aziende italiane con l’intento di avviare collaborazioni all’insegna dell’Open Innovation.

Assieme a corporate e startup, partecipano direttamente ai lavori anche quattro Regioni italiane oggi tra le più dinamiche sul fronte dell’innovazione e startup: Regione Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna e Lazio, ciascuna di esse presente con una propria delegazione di imprese innovative.

Il programma della manifestazione seguirà il seguente calendario: ricevimento serale presso l’Ambasciata italiana il 22 marzo, presentazione delle startup italiane al pubblico di investitori e imprese internazionali il 23 presso Station F, il più grande campus di startup al mondo, tour nei luoghi dell’innovazione con visita a incubatori e acceleratori delle città il 24 marzo.

Articolo di Huffpost Italia. Link all’articolo.

Millionaire | Smau: l’innovazione italiana a Parigi

Dal 22 al 24 marzo Smau aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF a Parigi, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaRe che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

E sono tante anche le realtà che vogliono innovare il settore dell’health tech: I am Hero, Plus Biomedicals, Neosperience Health, Dico Technologies; quelli di AgroTech e ristorazione: farm4trade, SKYDRONE360, Dishup; dello smart manufacturing: BUILTI, PRES-X, Screevo, ARKEAN, STEMM; del fashion: PAC; del broadcast: Nexting; della tecnologia VR: VR Tourism; del LiFi: To Be; della cybersecurity: TrueScreen, Unguess; del lavoro: Cloudvision, nCore; della blockchain: Genuine Way; dell’energy e della sostenibilità: CHEERS, Hydorghen, Is Clean Air.

Tra le corporate francesi coinvolte ci sono LOreal, EDF, Air Liquide, Eutelsat, Kering Eyewear, Renault, Total che incontreranno la delegazione di startup italiane e i team innovazione di grandi aziende italiane con l’intento di avviare collaborazioni all’insegna dell’Open Innovation.

Assieme a corporate e startup, partecipano direttamente ai lavori anche quattro Regioni italiane oggi tra le più dinamiche sul fronte dell’innovazione e startup: Regione Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna e Lazio, ciascuna di esse presente con una propria delegazione di imprese innovative.

Il programma della manifestazione seguirà il seguente calendario: ricevimento serale presso l’Ambasciata italiana il 22 marzo, presentazione delle startup italiane al pubblico di investitori e imprese internazionali il 23 presso Station F, il più grande campus di startup al mondo, tour nei luoghi dell’innovazione con visita a incubatori e acceleratori delle città il 24 marzo.

Articolo di Millionaire. Link all’articolo.

Corporate Wellbeing & SMACE4Team

Il benessere delle risorse fa bene all’azienda

Retribuzione, orario di lavoro, organizzazione e condizioni, conciliazione tra vita professionale e vita personale, non discriminazione e protezione di collaboratori e collaboratrici dalle molestie e dalla violenza sul lavoro, sono elementi chiave da tenere a mente quando si parla di corporate wellbeing.

Tu, come giudicheresti le condizioni di lavoro in Italia?

Noi, personalmente, siamo molto legati al benessere di lavoratori e lavoratrici e per questo crediamo, come abbiamo ripetuto più volte, nel potere del lavoro agile.

Corporate Wellbeing

Non volendo esprimere direttamente un nostro parere, vogliamo portarvi a riflettere.

Le aziende che stanno lavorando per mettere in piedi un progetto di corporate wellbeing, sono in aumento. Tanto che oggi si può parlare di una tendenza in crescita.

Ma cos’è, esattamente, il corporate wellbeing?

Forse, è meglio chiedersi a cosa serva.

Tramite questi programmi, si va direttamente a lavorare sulla promozione e sul miglioramento della salute e del benessere di ogni risorsa di un’impresa.

Questo, inevitabilmente, aumenta la produttività e l’efficienza per l’azienda.

È indubbio, quindi, che possa essere considerata anche (ma naturalmente non solo) una scelta strategica di business. 

Smart Working

In quest’ottica, il punto focale per ottenere risultati è incentrarsi sulle persone e sui loro bisogni.

Un esempio plateale e sicuramente molto attuale è lo sviluppo di forme di lavoro ibrido. Soluzioni, oggigiorno, molto richieste e necessarie per il reclutamento. E, certamente, con molteplici benefici, come ne abbiamo discusso qui.

Non gira, però, tutt’intorno allo smart working.

Ci sono realtà in cui è obbligatorio andare 5 giorni su 5 in ufficio, o quasi. Inoltre, non è detto che lavorare in totale autonomia e online, sia la soluzione migliore per tutti. Ci sono, infatti, casi di tecnostress e overworking.

Ultimo ma non ultimo, molti team sono stati modificati, aggiornati e nuove assunzioni hanno preso piede.

Questo, inevitabilmente, porta ad un nuovo bisogno: aumentare la coesione dei gruppi di lavoro.

SMACE4Team

Da qui nasce l’idea di SMACE4Team: un retreat aziendale nelle località più belle d’Italia (ville, relais, agriturismi ecc.). Perfetta occasione per lavorare su coesione, fiducia, spirito di squadra, coinvolgimento, rispetto ed engagement verso l’organizzazione.

Durante uno SMACE4Team, infatti, si avrà modo di sperimentare diversi momenti: meeting aziendali, seguire dei corsi di cucina et similia in gruppo, partecipare a delle esperienze come una partita di paintball o una lezione di yoga, condividere gli spazi comuni in una villa, doversi organizzare con i pasti ecc… Sono tutte attività che, messe all’interno di una stessa ricetta, rendono il gruppo coeso e forte.

Inoltre, SMACE collabora con delle figure professionali che possono far svolgere al team delle attività pensate ad hoc per lavorare sulla fiducia, sulla conoscenza degli altri e tanto altro.

Concludiamo con una massima: la crescita dell’azienda passa per il benessere di chi la vive.

E tu, cosa ne pensi?

Faccelo sapere nei commenti!

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Workation: lavorare connesso/a da dove vuoi.

Workation: lavorare connesso da dove vuoi

L’estate è ormai arrivata e con essa la gran voglia di andare in vacanza e scappare dalla città. Nessuno di noi, però, ha ferie tutta l’estate e questo potrebbe essere demoralizzante. Ma se ti dicessimo che esiste una soluzione? Workation, neologismo tra work (lavoro) e vacation (vacanza), è la risposta.

Tale fenomeno ti permette di soggiornare nella località che preferisci e lavorare connesso da dove vuoi. È chiaramente una sfumatura dello smart working che, a differenza del remote working – come abbiamo spiegato qui, non ha limitazioni sul dove e quando connettersi.

Anche questa modalità di lavoro nasce da esigenze emerse durante la pandemia. Non appena è stato possibile viaggiare e spostarsi tra regioni, molte persone, constatato che lavorare da remoto era una necessità ben delineata, hanno provato a testare località diverse per rilassarsi e uscire dalla quotidianità, ed hanno dato via all’ondata di lavoratori che si connettono da luoghi di vacanza. Da qui ne deriva ovviamente la necessità di coniare una definizione e, di conseguenza, parliamo di workation.

Che sia al mare, lago o montagna, puoi andare in workation dove vuoi. L’organizzazione è molto semplice: ci pensa SMACE. Grazie a SMACE partire in workation è infatti facilissimo.

Accedendo al nostro portfolio puoi sfogliare numerose location e soluzioni pensate su misura per un te. Ovunque sceglierai di andare e di prenotare la tua esperienza, la workability è garantita e verificata: wi-fi, postazioni ergonomiche, zone tranquille dove poter lavorare ecc. Ciliegina sulla torta: pensiamo anche al tuo benessere quando spegni il laptop. Degustazioni, escursioni e molte altre attività per rilassare e ricaricare la tua mente e il tuo corpo.

Noi di SMACE, come detto più volte, ovviamente lavoriamo tutti in smart working e la workation è una soluzione che adoriamo (soprattutto con questo caldo).

Perché? Ti rispondiamo invitandoti a chiudere gli occhi e usare l’immaginazione.

Ti svegli la mattina nell’appartamento (o villa, o agriturismo) che hai scelto per questo soggiorno, senti il rumore dei gabbiani, l’infrangersi delle onde sulla spiaggia e il buon umore è assicurato. Indossi il costume, vai a farti un tuffo in mare e poi colazione con i piedi nella sabbia. Se hai riunioni ti ricomponi e torni a casa o vai dove ritieni di essere più concentrat*, altrimenti ti metti al bar della spiaggia, e lavori. Tranquill*.

A fine giornata, chiudi il laptop, fai un aperitivo guardando il tramonto e dimentichi in un attimo lo stress del lavoro.

Che poi, quale stress che stai lavorando in una condizione paradisiaca? 🙂

Ora, dobbiamo ancora dirti perché crediamo nella workation? Cosa aspetti a prenotare?

Raccontaci nei commenti la tua esperienza di workation, siamo curiosi!

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Wall Street Italia | G Rent entra nel capitale della startup Smace

G Rent (che opera con il marchio Gabetti Short Rent) ha fatto il suo ingresso nel capitale di Smace, startup innovativa che ha l’obiettivo di promuovere presso le aziende e i loro collaboratori l’utilizzo di strutture ricettive di lusso destinate al rent per l’attività di smart working. L’entrata nel capitale di Smace, spiega la nota, è parte dell’accordo tra G Rent e Smace in cui G Rent mette a disposizione della startup una selezione di immobili di lusso adeguati allo svolgimento di attività in smart working, presenti all’interno del portfolio Gabetti Short Rent. Al contempo, Smace fornisce i propri servizi di marketing e di consulenza per la promozione di tali immobili presso i propri clienti, aziende e i loro lavoratori e collaboratori.

Con questa operazione, G Rent consolida la propria posizione nel mercato degli immobili di lusso, rafforzando l’offerta nel mondo dei servizi per l’impresa e, nello specifico, per lo smart working presso strutture ricettive convenzionate e selezionate in tutta Italia. “La scelta di investire in Smace è avvenuta dopo un’attenta analisi delle grandi potenzialità di crescita della piattaforma, anche in considerazione del radicarsi del fenomeno ‘workation’ – unione dei termini ‘work’, lavoro, e ‘vacation’, vacanza –, tendenza sorta con la pandemia e oggi diventata per molti dipendenti, manager e professionisti, il modello a cui guardare per trovare l’equilibrio ideale fra impegni lavorativi e vita privata”, segnala la società.

“Il nostro obiettivo è quello di rafforzarne il posizionamento sul mercato attraverso nuove competenze e connessioni, oltre ad apportare una visione strategica di medio e lungo periodo, fornendo quindi un supporto determinante nel guidare il business della società nel nuovo scenario sorto successivamente alla situazione pandemica”, dichiara Emiliano Di Bartolo, a.d. di G Rent.

Articolo di Wall Street Italia. Link all’articolo.

Ritorno alla normalità: lavorare in modo ibrido

La nostra vita ha un ritmo nuovo, diverso ed un po’ in smart working

Ritorno alla normalità: lavorare in modo ibrido

Ciao Smacers!

Siamo a fine Aprile. Il 90% della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) e viene da sé chiedersi se, visti i buoni risultati delle vaccinazioni, lo smart working sia un #trend passeggero o destinato ad affermarsi sempre di più.

#SMACE nasce e vive credendo che sia assolutamente un trend destinato a rimanere e i dati ce ne danno conferma. Dopo due anni di pandemia possiamo dire che la #normalità sta tornando. Una dimensione, però, un po’ differente: si tende a stare sempre attenti. Attenti alle #distanze, il disinfettante per le mani è sempre nello zaino o nella borsa e si indossa la mascherina nei luoghi chiusi. Quando ci troviamo in mezzo alla folla e c’è qualcuno senza mascherina ci fa effetto, giustamente. Molti teatri hanno riaperto le loro porte e sono stati organizzati molti #concerti, #eventi e #manifestazioni. Finalmente, studenti e #lavoratori stanno ritornando alla “normalità”. Ma di che normalità stiamo parlando?

Molte #aziende stanno organizzando il lavoro in modo “#ibrido”, come tanti amano definirlo: si lavora 3 giorni circa in ufficio e 2 da casa. A noi, però, piace essere precisi. Se hai letto il nostro articolo sulla differenza tra tele lavoro e lavoro agile, infatti, la #location da cui lavorare nei giorni di non-presenza, dipende dalle regole della tua azienda.

Il rientro degli impiegati negli uffici sicuramente non andrà a cancellare il lavoro agile. Anzi, si prevede un aumento degli smart worker rispetto ai numeri registrati a Settembre 2021. Riportando i dati raccolti da una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, si prevedono circa 4.38 milioni di lavoratori che opereranno almeno in parte da #remoto (con quindi un aumento dell’8% rispetto ai risultati passati) di cui 2,03 milioni nelle grandi imprese, 700mila delle PMI, 970mila nelle microimprese e 680mila nelle PA.

La nostra vision, da quando siamo nati è sempre stata migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti. Crediamo che il lavoro agile debba essere inteso come best practice per migliorare l’ #employerbranding e la talent attraction/retention. A riprova del nostro pensiero, sempre secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, risulta infatti che lo smart working rimarrà o verrà introdotto nell’89% delle grandi imprese. In queste, si prevede un aumento sia di progetti strutturati che informali legati alla nuova modalità lavorativa.

Si deduce dunque che molteplici realtà e aziende investono e credono nel potere dello smart working. Forse perché questo ha avuto un impatto positivo sulla popolazione? Non dimentichiamoci, infatti, che secondo il 39% dei lavoratori il proprio work-life balance risulta migliorato, il 38% si sente più efficiente nello svolgimento della propria mansione e il 35% più efficace.

I dati da riportare a favore della nostra filosofia sono e sarebbero tantissimi, e tu, sei d’accordo con noi?

Faccelo sapere nei commenti!

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Via i dubbi: smart working vs telelavoro

Due termini spesso usati in modo analogo, ora non più.

Ciao smacers!  

Spesso vengono usati termini come smart-working e telelavoro come sinonimi ma in realtà non lo sono affatto, lo sapete, vero? Per togliere ogni dubbio però, chi siamo noi se non le persone giuste per fare un po’ di chiarezza?!

Sono entrambe delle modalità presenti nel mondo del #lavoro a livello mondiale da molto tempo prima della pandemia. In #Italia, tuttavia, erano poco diffuse e poco conosciute.  

Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, prima dell’emergenza sanitaria solamente il 13% delle aziende italiane utilizzava questa modalità di lavoro; ad oggi, invece, solo il 4% non ne usufruisce. Nonostante la testimonianza dei dati c’è però ancora molta confusione sulla terminologia corretta da utilizzare. Forse il #COVID-19 ha portato a qualcosa di positivo. Ha infatti permesso di far capire a molte aziende che lavorare in modo agile è possibile ed anche con un buon risultato. 

Il telelavoro

Il telelavoro è una particolare modalità di organizzazione del lavoro in cui non si lavora dall’#ufficio ma da una postazione definita tra le parti (e può essere a casa, come in un ufficio di #coworking). Una volta stabilita la località però è da rispettare, non si ha la libertà di scegliere da dove collegarsi. Allo stesso modo, la fascia oraria in cui lavorare è predefinita e va rispettata. 

Lo smart working

Lo smart working, invece, è una modalità in cui #flessibilità è la parola chiave. Si lavora per obiettivi e non per ore, si lavora dalle località che ci fanno più “comodo” e ci aggradano maggiormente. Questo per migliorare la #produttività del mestiere, conciliando con esso la vita privata.  

Coesistenza che spesso non viene “accettata” dalle aziende ma permettendo la coesistenza di lavoro e #vitaprivata, la produttività e l’apprezzamento del proprio #impiego aumentano. Il COVID-19 ha permesso alle aziende di comprenderne i #benefici. I propri dipendenti, nonostante fossero a casa con figli, DAD, lavatrici, cucine piene di lasagne e pane preparato nel tempo libero, hanno continuato a lavorare e a impegnarsi per portare avanti l’economia aziendale e raggiungere traguardi. 

E sembra proprio che i risultati positivi del lavoro stiano portando molte realtà lavorative ad accettare questa nuova modalità. Infatti, come riportato dall’articolo di ANSA del 04.04.2022 (link qui), “l’88% delle aziende ha confermato che dopo la data del 30 giugno continuerà la possibilità di lavorare in smart working e da remoto, contro l’11% che ha espresso un’intenzione contraria“. 

Con quest’ultima citazione vi portiamo a riflettere e a lasciare nei commenti il vostro pensiero sul lavoro agile. Ci farebbe molto piacere leggere i vostri punti di vista! 

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Benvenut* in SMACE Café

Notizie in tazzina dal mondo dello smart working

SMACE, Smart Work in a Smart Place, nasce nel 2020 da un’idea di Marta e Andrea, compagni di vita e fondatori della start-up.

“L’idea di SMACE è venuta a me e Marta durante un viaggio in Liguria con weekend di relax e lunedì di #lavoro. Io ero ossessionato da due elementi: pensavo che una crisi come quella legata al COVID dovesse necessariamente portare a grandi cambiamenti e quindi ad opportunità di #business; adoravo lo smart working e la possibilità che dava di lavorare da dove si preferisse. Marta fin da subito, da esperta dell’ambito #HR ha fatto considerazioni fondamentali sull’idea e così abbiamo iniziato insieme il percorso di incubazione.”

Andrea Droghetti

SMACE vuole destagionalizzare il turismo e valorizzare il territorio. Come? Siamo sempre alla ricerca di strutture da inserire nel portfolio con l’obiettivo di creare un ufficio diffuso in tutta #Italia. Garantiamo, per ogni struttura inserita, un’ottima connessione wi-fi ed un servizio di ospitalità pensato ad hoc per i #lavoratori fuori sede: postazione lavorativa, tranquillità, concentrazione, stampante, relax ed attività ingaggianti per il tempo libero.

Ad oggi, SMACE vuole diventare il primo hub delle soluzioni per lo #smartworking diffuso su tutto il territorio. Offriamo un ventaglio di servizi pensati ad hoc per il #lavoroagile: strutture ricettive per la #workation, location per il day-use, collaborazioni con partner strategici e community per eventi.

Passo dopo passo, SMACE è cresciuta. Nonostante la tenera età, ad oggi abbiamo un portfolio di 146 strutture, siamo un #team di 13 persone e lavoriamo tutti in smart working da diverse località italiane.

Ognuno di noi crede fortemente nel progetto e nell’equilibrio che il lavoro agile permette perchè ne siamo testimoni ogni giorno in prima persona; siamo consapevoli che lo stile ibrido di lavorare non è un trend passeggero ma è destinato a rimanere. Vogliamo mostrarvi come lo smart working possa essere un ‘win-win’ per #aziende e chi ne fa parte.

Per conoscerci meglio, vai alla pagina Team.

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