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Tag: smart working

Il Sole 24 Ore | Dal catamarano-ufficio al resort in quota, SMACE reinventa il lavoro agile

La soluzione più ardita è un catamarano-ufficio per lavorare in mare con postazioni ergonomiche, segnale wi-fi perfetto e quattro cabine a disposizione di 8 professionisti, più lo staff a bordo, che questa estate porterà gli smartworkers al lavoro tra la costiera amalfitana e le isole pontine. Ma la startup ferrarese SMACE ha altre 200 strutture selezionate già in catalogo, dalla villa in campagna al resort in quota, ed è alla ricerca costante di nuove proposte che la aiutino a ridisegnare il futuro del lavoro, non più confinato in un luogo fisico fisso ma diffuso, flessibile e ibrido in location finora riservate ai nomadi digitali o ai vacanzieri. Il progetto è racchiuso nel nome stesso di questa newco incubata in pieno Covid da due amici, Andrea Droghetti e Marta Romero: SMACE è la cucitura delle prime e delle ultime lettere della frase “smart working in smart place”.

«Era l’estate del 2020 e come altri professionisti io e Andrea – racconta la cofondatrice Marta Romero – abbiamo iniziato a lavorare da remoto in luoghi bellissimi sfruttando il periodo di lock down aziendale a Milano. Io dipendente di un big della consulenza e lui un project manager. L’idea di SMACE è nata in Liguria, da una riflessione comune sui benefici che avevamo noi per primi per il fatto di lavorare con un laptop e il telefono in posti che nulla hanno a che fare con il classico ufficio. Eravamo persone più felici, potevamo utilizzare meglio il nostro tempo libero, andare al mare finito il lavoro, fare più sport, mangiare più sano, visitare posti nuovi. Con benefici sia per le aziende, che sono più produttive avendo lavoratori entusiasti, sia per i territori, perché si porta indotto fuori dai centri del business, in località e a strutture ricettive che riescono a destagionalizzare gli arrivi».

La partenza vera e propria di SMACE è avvenuta nell’estate 2021, dopo un anno di incubazione tra pitch con investitori e clienti e la costituzione formale della Srl, che oggi conta dieci dipendenti full time con il target di 13 a regime e punta al milione di euro di fatturato quest’anno, dopo i 360mila euro del 2022. «Tra febbraio e luglio 2021 abbiamo lasciato entrambi il nostro posto di lavoro sicuro per dedicarci a tempo pieno alla newco e cominciamo ora a raccogliere i risultati dei nostri investimenti – continua la fondatrice di SMACE, che ha vinto il bando Smart Money di Invitalia ed è stata selezionata da ITA-Italian Trade Agency per la terza edizione del Global Startup Program –. Non lavoriamo con singoli clienti, solo con aziende, ma siamo partiti pensando a un utilizzo individuale, offrendo proposte a misura di singolo collaboratore in smart working, e invece abbiamo scoperto che il servizio che piace di più alle imprese è il “work retreat” per i team aziendali».

SMACE sta quindi calibrando il portafoglio di workstation in luoghi ameni con dimensioni e requisiti superiori per ospitare gruppi aziendali da 6 persone in su, che vanno in “ritiro lavorativo” insieme, recuperando così relazioni sociali, spirito di squadra e cultura aziendale, tutti aspetti che rischiano di sfilacciarsi in era di “home working”. «È un benefit che le aziende possono giocarsi per attrarre talenti, concedendo ai propri collaboratori sia di lavorare da casa sia periodi di “ufficio” in presenza con i colleghi, ma in luoghi belli. L’azienda compila un form online specificando le esigenze e noi organizziamo tutto, non solo l’affitto dello spazio-ufficio. Siamo il system integrator unico di servizi come transfer, pasti, attività di team building e di intrattenimento. Con una logica diversa dall’industria del turismo per grandi gruppi aziendali (il cosiddetto Mice-Meetings, incentives, conferences and exhibitions, ndr), perché non proponiamo un diversivo rispetto all’attività lavorativa, bensì abilitiamo esperienze di lavoro in luoghi con i giusti requisiti».

Tra i clienti Smace ha già all’attivo multinazionali come Amazon, Alibaba, EY, una cinquantina di Pmi e più ha già portato più di 2.500 lavoratori da tutta Europa in “smart places” italiani. «Il prossimo passo sarà allargare la nostra offerta di strutture e servizi al di fuori dei confini, nel Sud del Mediterraneo, per portare team italiani all’estero e poi sbarcare negli Usa», conclude Romero.

Articolo di Ilaria Vesentini per Il Sole 24 Ore. Link all’articolo.

Il Giornale | Lo smart working non si ferma e prende il largo

Circa 400mila euro di servizi venduti e 50 aziende clienti che nell’arco del 2022 hanno organizzato più di 4.000 giornate lavorative. Smace, acronimo di Smart Work in a Smart Place, propone un modello di lavoro agile in grado di rispondere alle esigenze di chi svolge la propria professione in modalità ibrida o completamente esterna rispetto alla sede lavorativa. La missione della startup fondata dai consulenti Andrea Droghetti e Marta Romero ha strutturato il proprio core business sulla gestione dello smart working, specialmente in Italia ed Europa. Oggi conta 12 dipendenti i quali lavorano in modalità full smart working.

Il lavoro agile fa bene all’ambiente perché riduce le emissioni di CO2

Il 52% delle grandi imprese, il 30% delle PMI e il 25% delle PA hanno già provveduto a rivedere i propri spazi lavorativi in ottica della modalità lavoro agile. I dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano raccontano come gli ambienti dovranno essere funzionali rispetto al fenomeno legato alla diffusione dell’Hybrid Working. Un trend crescente si registra anche nei vicini paesi europei, che ha visto salire il valore in Paesi come Irlanda, Francia, Lussemburgo e Belgio. L’applicazione di questa modalità consente di ottenere benefici anche a livello ambientale riducendo le emissioni di CO2 del 40% all’anno per ogni persona. Ad attestare la crescita sono anche i riconoscimenti come l’essere risultati vincitori del bando Smart Money di Invitalia, o l’aver ricevuto il premio Innovate for Smarter Work, risultando tra le attività più innovative nel Future of Work. Non ultimo, l’essere stati selezionati nella call 3W Woman, Welfare and Worklife Balance con Acea. Smace, con più di 430mila euro di servizi venduti dalla sua fondazione, di cui 360mila euro solo nel 2022, ha già collaborato con 50 aziende clienti, tra cui Bending Spoons, Cluster Reply ed EY.

Parola d’ordine: flessibilità

È necessario porre un occhio di riguardo nei confronti delle esigenze dei lavoratori che chiedono più equilibrio tra lavoro e vita privata. Le lunghe ore nel traffico o la timbratura del cartellino non saranno più contemplate e quindi le organizzazioni che puntano all’eccellenza dovranno adattarsi alle esigenze delle persone per rimanere competitive e soprattutto attrattive. Questa nuova concezione è un elemento che potrebbe evolversi nel futuro, infatti verranno adottati nuovi modelli di organizzazione del lavoro, incrementando l’impegno ed introducendo l’uso di nuove tecnologie nei processi lavorativi. Smace propone una piattaforma in grado di aggregare e far emergere le diverse possibilità, il loro mantra è quello di promuovere una visione dell’ufficio diffusaflessibile e smart. Oggi più di 150 strutture gestite da Smace sono collocate in modo da coprire tutto il territorio nazionale.

La produttività è garantita anche in alto mare

L’azienda si occupa anche di definire, tramite azioni di ricerca e sviluppo, alcuni parametri chiamati Smace Workability Index i quali assegnano un punteggio tenendo conto di fattori solitamente non considerati dai tradizionali siti e indicatori. Lo spazio lavorativo non sarà più delimitato necessariamente da un luogo fisico, ma verrà “ridisegnato”. A questo proposito viene rimarcata ancora di più la convinzione che la produttività sia legata al raggiungimento degli obiettivi e non al tempo trascorso nel luogo di lavoro. Da qui nasce l’intuizione di Smace e del suo originale servizio Smace Yatching dove è possibile praticare il lavoro agile a bordo di un catamarano perfettamente equipaggiato. Il servizio comprende una workstation e connessione web sicura.

Articolo di Valentina Menassi per Il Giornale. Link all’articolo.

Il Messaggero | Hybrid Working scelto dal 52% delle grandi imprese, 30% delle PMI e 25% della PA

Hybrid Working: secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, le realtà italiane stanno iniziando gradualmente a ripensare i propri spazi di lavoro. Smace acronimo di Smart Work in a Smart Place, con la sua piattaforma promuove una visione diversa dell’ufficio: diffusa, flessibile e smart.

Quello dell’Hybrid Working, come riportano i dati del Politecnico, è un trend crescente anche nei vicini paesi europei come Irlanda, Francia, Lussemburgo e Belgio. Basti pensare che la sua applicazione permette di ottenere benefici anche a livello ambientale riducendo le emissioni di CO2 del 40% annuo per ogni persona.

Gli uffici italiani sono strutture obsolete e tra questi vi è una diffusa inerzia al cambiamento nonostante stiamo assistendo a una ridefinizione degli spazi. Soprattutto le start-up offrono soluzioni sperimentali per ottimizzare la fruizione degli ambienti e si avvalgono di tecnologie innovative, quali i dati analytics, Artificial Intelligence, e realtà aumentata. Gli analytics permettono di raccogliere e analizzare i dati al fine di ottimizzare i processi lavorativi; l’intelligenza artificiale consente di automatizzare alcuni processi (come la definizione automatica dello scheduling delle riunioni sulla base delle disponibilità dei partecipanti, oppure le traduzioni in tempo reale degli interventi); infine, la realtà aumentata supporta e semplifica la visualizzazione di informazioni e dati durante eventi e corsi di formazione. Rispetto ai luoghi invece, città come Milano, ma anche Roma, in particolare nella zona EUR, stanno vedendo la nascita di una nuova generazione di parchi direzionali tecnologici, luoghi che offrono spazi esterni, hub verticali trasparenti con ambienti accoglienti e funzionali, all’avanguardia. L’ambiente produttivo di queste officine creative e dinamiche si alterna a spazi verdi e ricreativi, con caffetterie e playroom, e tutti sono realizzati seguendo driver di benessere ed ecosostenibilità. Nonostante le cose si stiano muovendo, per quanto riguarda l’abitabilità dei luoghi di lavoro, i lavoratori non si dichiarano ancora pienamente soddisfatti degli aspetti legati al comfort e al benessere delle sedi. A livello tecnologico, spinta indubbiamente accelerata dalla pandemia, si assiste invece a una sempre maggior diffusione di tecnologie dedicate allo Smart Office, secondo quanto evidenziato dall’Osservatorio del Politecnico.

Per rispondere a questa esigenza, SMACE acronimo di Smart Work in a Smart Place incoraggia una filosofia che aumenti il benessere delle persone e che permetta di lavorare in luoghi bellissimi e dotati di ogni asset, e che a sua volta migliori la produttività delle aziende stesse. Una rete di strutture, ad oggi più di 150, dislocate su tutto il territorio nazionale, selezionate per offrire una diversa esperienza lavorativa. Decine i parametri considerati, anche attraverso Smace Workability Index, che assegna un punteggio tenendo conto di fattori solitamente non considerati dai tradizionali siti e indicatori.

La startup è fondata da Andrea Droghetti e Marta Romero, due giovani consulenti che hanno sperimentato durante il lockdown i vantaggi dello smart working in luoghi di interesse, e non si limita a trovare per i lavoratori solo location confortevoli e tranquille, dotate della giusta connessione, ma mira a offrire una concreta prospettiva sul futuro del lavoro.

SMACE conta attualmente 900mila euro di fatturatola futura apertura di un headquarter in America con più di 430mila euro di servizi venduti dalla sua fondazione – 360mila euro solo nel 2022 – e ha già collaborato con 50 aziende clienti, tra cui Bending Spoons, Cluster Reply ed EY. Il team, già triplicato dai suoi inizi, conta ora 12 persone che lavorano tutte in modalità full remote ma che possono usufruire di diversi momenti di incontro tra i vari team, e nessun limite di ferie annuale.

Ad attestare la crescita sono anche i riconoscimenti come l’essere risultati vincitori del bando Smart Money di Invitalia, o l’aver ricevuto il premio Innovate for Smarter Work, risultando tra le attività più innovative nel Future of Work. Non ultimo, l’essere stati selezionati nella call 3W Woman, Welfare and Worklife Balance con Acea.

Articolo di Il Messaggero. Link all’articolo.

Startup Italia | Lo smart working di SMACE chiude un round da 350mila euro

SMACE (Smart work in a smart place), startup che si propone di rivoluzionare il concetto di smart working, annuncia di avere chiuso un round di investimento da 350mila euro. Il round è guidato da business angel e vede l’ingresso di figure come Alessandro Gatti, presidente FG Invest, Gabetti Short Rent e il rinnovo della fiducia nel progetto di Digital Magics.

Con un fatturato che ha già superato i 150 mila euro nei primi mesi di vita, fanno sapere dalla realtà, per Smace arriva un’ulteriore conferma di interesse da parte di un mercato ad alto potenziale: il tema dello smart working coinvolge oltre 5 milioni di lavoratori, secondo il più recente report di Assolombarda.

I servizi di SMACE

Il servizio Smart working as a service per aziende e liberi professionisti mette a disposizione una rete di strutture smart working friendly, a oggi più di 150, su tutto il territorio nazionale.

Molte grandi aziende e startup – si legge nella nota – hanno scelto SMACE per i propri eventi e retreat, in maniera semplice grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria e una visione efficace e ambiziosa: trasformare l’Italia nell’ufficio diffuso più bello del mondo, destagionalizzando il turismo e aprendolo a smart worker e nomadi digitali di ogni Paese.

Partner del progetto Borghi Più Belli di Italia

La startup ha appena lanciato SMACE Pro, l’abbonamento rivolto unicamente ad aziende e liberi professionisti attraverso cui usufruire di un unico network di spazi di lavoro verificati in tutta Italia. Sarà quindi possibile accedere a una piattaforma dedicata e godere dell’offerta dei partner della startup. Oltre ai più di 70 luoghi in cui fare smart working e le oltre 150 strutture, sarà possibile prenotare servizi aggiuntivi come babysitting, attività di formazione e fitness.

SMACE è anche partner del progetto Borghi Più Belli di Italia, l’associazione che promuove i piccoli centri abitati, con cui ha creato un catalogo di offerte e di servizi per il long-stay o per i retreat aziendali.

La startup punta a coinvolgere oltre 50 aziende entro la fine dell’anno, ad aumentare il team, già triplicato negli ultimi 12 mesi, e chiudere il 2022 con 350mila euro di fatturato.

“Siamo entusiasti di aver concluso questo round con investitori che hanno portato valore aggiunto al nostro progetto”, fanno sapere in una nota Marta Romero e Andrea Droghetti, co-founder di SMACE. “In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un network di advisor competenti e pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro”.

“Il lavoro agile rivoluziona il lavoro e libera la vita. SMACE non solo crea servizi utili per chi vuole fare lavoro agile, ma lo vive, lo sperimenta, lo innova, spingendolo oltre i confini di come lo conosciamo oggi. Felice di far parte del loro viaggio”, ha concluso Chiara Bisconti, ex-assessora del Comune di Milano, consulente per le risorse umane e investitrice della startup.

Articolo di Startup Italia. Link all’articolo.

Workation: lavorare connesso/a da dove vuoi.

Workation: lavorare connesso da dove vuoi

L’estate è ormai arrivata e con essa la gran voglia di andare in vacanza e scappare dalla città. Nessuno di noi, però, ha ferie tutta l’estate e questo potrebbe essere demoralizzante. Ma se ti dicessimo che esiste una soluzione? Workation, neologismo tra work (lavoro) e vacation (vacanza), è la risposta.

Tale fenomeno ti permette di soggiornare nella località che preferisci e lavorare connesso da dove vuoi. È chiaramente una sfumatura dello smart working che, a differenza del remote working – come abbiamo spiegato qui, non ha limitazioni sul dove e quando connettersi.

Anche questa modalità di lavoro nasce da esigenze emerse durante la pandemia. Non appena è stato possibile viaggiare e spostarsi tra regioni, molte persone, constatato che lavorare da remoto era una necessità ben delineata, hanno provato a testare località diverse per rilassarsi e uscire dalla quotidianità, ed hanno dato via all’ondata di lavoratori che si connettono da luoghi di vacanza. Da qui ne deriva ovviamente la necessità di coniare una definizione e, di conseguenza, parliamo di workation.

Che sia al mare, lago o montagna, puoi andare in workation dove vuoi. L’organizzazione è molto semplice: ci pensa SMACE. Grazie a SMACE partire in workation è infatti facilissimo.

Accedendo al nostro portfolio puoi sfogliare numerose location e soluzioni pensate su misura per un te. Ovunque sceglierai di andare e di prenotare la tua esperienza, la workability è garantita e verificata: wi-fi, postazioni ergonomiche, zone tranquille dove poter lavorare ecc. Ciliegina sulla torta: pensiamo anche al tuo benessere quando spegni il laptop. Degustazioni, escursioni e molte altre attività per rilassare e ricaricare la tua mente e il tuo corpo.

Noi di SMACE, come detto più volte, ovviamente lavoriamo tutti in smart working e la workation è una soluzione che adoriamo (soprattutto con questo caldo).

Perché? Ti rispondiamo invitandoti a chiudere gli occhi e usare l’immaginazione.

Ti svegli la mattina nell’appartamento (o villa, o agriturismo) che hai scelto per questo soggiorno, senti il rumore dei gabbiani, l’infrangersi delle onde sulla spiaggia e il buon umore è assicurato. Indossi il costume, vai a farti un tuffo in mare e poi colazione con i piedi nella sabbia. Se hai riunioni ti ricomponi e torni a casa o vai dove ritieni di essere più concentrat*, altrimenti ti metti al bar della spiaggia, e lavori. Tranquill*.

A fine giornata, chiudi il laptop, fai un aperitivo guardando il tramonto e dimentichi in un attimo lo stress del lavoro.

Che poi, quale stress che stai lavorando in una condizione paradisiaca? 🙂

Ora, dobbiamo ancora dirti perché crediamo nella workation? Cosa aspetti a prenotare?

Raccontaci nei commenti la tua esperienza di workation, siamo curiosi!

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Smart Working a bordo di un catamarano tra le Isole Eolie

Tratto da una storia vera

Lavorare a bordo di un catamarano

Ciao Smacers!


Giugno qui da noi è stato un mese pieno di novità. SMACE ha concluso un aumento di capitale (qui trovate qualche link) e soprattutto è ufficialmente partito il nostro super progetto estivo: SMACE Yachting.

Se non sai di cosa si tratta te lo spieghiamo noi, però ti avvisiamo: potrebbe sembrare una favola ma non è così, sta succedendo davvero!

A partire dal 4 Giugno un catamarano Lagoon 42 targato SMACE ha ospitato per 4 settimane dei gruppi di smart-workers provenienti da tutta Europa per un’esperienza unica ed incantevole.

Abbiamo voluto dimostrare che è davvero possibile lavorare agilmente a bordo di un catamarano. Trasformando il mare delle bellissime isole Eolie nel nostro nuovo ufficio diffuso.

Com’è possibile? È tutto più semplice di quanto credi.

All you need is…

Prenota un volo per la Sicilia e prendi i biglietti del traghetto per arrivare nell’isola in cui il catamarano che hai prenotato salperà. Fatti trovare all’ora prestabilita munita dello stretto necessario.

Viaggi legger*. Da mettere nel borsone c’è poco: costumi, protezione solare, felpe (perché sì, di sera, la brezza marina si fa sentire) e ovviamente il tuo amato laptop. Le settimane sono organizzate da sabato a sabato, così da avere tempo di ambientarsi alle onde del mare per poi dedicarsi al relax della domenica. Si prende sole, si riposa sui divanetti a prua, si nuota, ci si tuffa e si utilizzano i vari gonfiabili che ci sono a bordo. Il lunedì però arriva per tutti e da qui, le giornate si svolgeranno nel pieno rispetto dei tuoi impegni lavorativi. A bordo del catamarano ci sono molteplici postazioni dove lavorare: dal classico tavolo (sia indoor che outdoor) a vari divani reclinabili posizionati nei posti più disparati (a prua, accanto al tavolo, sul ponte ecc). Inoltre, SMACE mette a disposizione sedie ergonomiche da poter sistemare dove più si gradisce e dei tavolini ergo stand per il computer.

E internet?

Se ciò che ti frena nel credere che questa esperienza possa funzionare è la connessione a internet, anche qui, non temere. SMACE pensa a tutto!

Grazie a Starlink, tramite il quale è possibile accedere ad internet satellitare e quindi potersi connettere da ovunque, non avrai mai momenti di down. In aggiunta, il nostro team, prima di àncorare, controlla più volte con degli speedtest (strumento online per misurare la velocità di download e di upload) che quella location bellissima dove volete stare qualche ora, sia effettivamente coperta da internet. È fondamentale che ognuno a bordo abbia sempre la massima connessione possibile e in questo SMACE si impegna per rendere il lavoro di ciascuno fluido e senza interruzioni.

Work life balance

Una giornata è fatta di 24 ore, considerandone di media 7 per dormire ed almeno 8 per lavorare, il tempo da dedicare alle attività extra non è poco. Dal kayak alla pesca, passando per lo snorkeling, sono tantissime le experience di gruppo che si possono fare in mezzo al mare.

Tratto da una storia vera

Noi di SMACE siamo stati nella seconda settimana per testare in prima persona questa esperienza e vogliamo raccontarti la nostra.

Siamo un team che lavora in smart working (of course) e avere la possibilità di stare una settimana insieme in luoghi meravigliosi è stata, oltre che un’esperienza più unica che rara, un’occasione importante per legare e conoscerci meglio oltre gli schermi. Lavorare a bordo di un catamarano dà la possibilità di collegarsi al proprio pc in autonomia nello spazio che ci si ritaglia, senza essere disturbati da nessuno. D’altro canto, ci vuole un attimo per radunarsi per del fare brainstorming o aprire un tavolo di discussione. Ovviamente, condividere questi momenti, significa anche occuparsi di questioni logistiche come fare la spesa, organizzare i pasti, i lavaggi delle stoviglie, decidere le mete da visitare e molto altro. E questo richiede flessibilità e lavoro di squadra. Anche in questo ci vuole tanta organizzazione e flessibilità di team.

Cosa ci siamo portati a casa da questa esperienza?

Ogni momento vissuto a bordo del catamarano si può trasformare in un’opportunità di team building. Una volta conclusa la tua workation, sarai ancor più affezionato ai tuoi collegh* e, se hai la fortuna di fare il lavoro che ti piace, sarai ancor più innamorat* del tuo lavoro.

Ovviamente di cose da dire su SMACE Yachting ce ne sono ancora tantissime, ad esempio che la sera in mezzo al mare abbiamo creato un cinema con un videoproiettore, ma non ti vogliamo spoilerare troppo. Quindi, se sei curios* qui puoi prenotare la tua settimana!

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Lavorare in smart working dai borghi più belli d’Italia

Luoghi incantevoli da riscoprire e ripopolare

Ciao Smacers!

L’Italia è una nazione dalle mille potenzialità. Ha un ventaglio culturale e ambientale da invidiare. Le grandi città e le zone limitrofe sono ricche di opportunità e soluzioni dove lavorare, ma avete mai pensato ai borghi?

Se dal lato lavorativo il trend del 2022 è lo smart working, da quello territoriale è invece la rivitalizzazione dei borghi.

er rendere l’idea della virtualità del nostro territorio, solamente nel network de I Borghi più belli d’Italia se ne contano 328.

SMACE crede nel loro potenziale. Non li vediamo sole come luoghi preziosi da ripopolare con il coinvolgimento della comunità locale ma anche come nuove sedi di lavoro diffuse. Inoltre, sono perfetti per esperienze autentiche, eventi e networking tra professionisti. Abbiamo a cuore la rivitalizzazione del territorio, nasciamo con questo obiettivo. Non possiamo non credere che anche i borghi possano essere l’ambiente perfetto dove collegarsi con il proprio pc.

I benefici dello smart working, come vi abbiamo raccontato qui, sono molteplici. Ricordiamone solo alcuni: miglioramento della produttività de* collaborator*, della work-life balance ed un aumento della motivazione e della soddisfazione personale. Molti però, intendono lo smart working come remote working e per questo vengono individuati facilmente anche dei riscontri negativi, come l’over working e il techno stress. Inoltre, sempre andando ad osservare gli aspetti sfavorevoli, alcuni si lamentano della mancanza di compagnia e di giornate trascorse in maniera più noiosa.

Lavorare in smart working, invece, dà la possibilità di connettersi dalle destinazioni che si preferiscono: non per forza da casa ma da località limitrofe, ben collegate alle grandi città e che offrono delle esperienze piacevoli per spezzare la routine. In quest’ottica ovviamente i borghi sono un’ottima soluzione.

L’idea di utilizzare lo smart working per riscoprire e rivitalizzare i centri meno popolosi può essere uno strumento con importanti benefici. Quando un* smart worker si sposta, spesso lo fa accompagnat* dalla propria famiglia; viene quindi da pensare a nuovi lavori, scuole, attività pomeridiane ecc. Tutto ciò dà la grande opportunità a comuni di innovare e lavorare sui propri servizi. Esiste quindi la reale possibilità di (ri)distribuire l’economia del nostro territorio.

Ultimo ma non per importanza, un aspetto che vale la pena mettere in luce, è che gli smart worker, spostandosi nelle aree interne portano con sé know-how alla comunità in termini di competenze professionali e networking.

Noi crediamo tantissimo nello smart working nei borghi e qui puoi approfondire l’argomento. Tu, invece, cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!

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Great resignation: cosa e perché.

Due parole chiave: flessibilità e smart working.

Ciao Smacers!

Partiamo dalle basi: sapete cos’è la great resignation? Secondo noi sì. Il tema di base è molto semplice da individuare e di conseguenza anche il problema. Si deduce, infatti, dal nome che si tratta di un fenomeno economico in cui una grande quantità di collaboratorə, in massa, si dimettono volontariamente dal proprio lavoro.

Essendo un fenomeno insolito, per quanto ripetitivo nel ciclo economico, questo tema è stato protagonista di testate, telegiornali e radiogiornali nelle ultime settimane.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione Italiana Direzione Personale (AIDP) le dimissioni volontarie tra i giovani coinvolgono il 60% delle aziende italiane. I settori più toccati sono quello Informatico e Digitale (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%). Parliamo di giovani perché dai dati emerge che l’età di chi si dimette è compresa tra i 26 e 35 anni. Interessante è notare che, lo scenario di great resignation è strettamente collegato ad una corrente di pensiero caratteristica della generazione dei Millennial. Il New York Times la definisce “YOLO Economy”, acronimo di “you only live once”. Andando a identificare un approccio nel prendere le decisioni in modo coraggioso, senza il temerne le conseguenze.

Per farvi comprendere l’entità della questione, basti pensare che solamente a Milano, come leggiamo dall’articolo de Il Corriere della Sera del 22.05.22 (link), il numero di dimessi nel 2021 è di 180mila persone (il 30% in più rispetto al 2020).

Da uno studio dell’IBM Institute for Business Value (IBV) che ha coinvolto circa 14mila lavoratoriə in tutto il mondo, si delineano differenti ragioni. Tra le più indicate ci sono la necessità di lavorare in una realtà più flessibile (32%) e il desiderio di raggiungere incarichi più mirati e soddisfacenti (27%). D’altro canto, ciò a cui si pone attenzione nella scelta di un nuovo incarico, sono l’equilibrio tra vita privata e lavoro (51%) e l’opportunità di avanzamento di carriera (43%).

A riprova di quanto appena riportato, anche Randstad ha svolto uno studio coinvolgendo oltre 190mila collaboratorə in tutto il mondo. Ne emerge che, in Italia, la motivazione principale che spinge a cambiare lavoro o a cercarne uno nuovo, sia la flessibilità che permetta di gestire in libertà il proprio tempo raggiungendo un giusto equilibrio tra vita privata e lavoro.

È evidente come, in un momento storico come questo, aziende e manager abbiano una sola opzione. Ascoltare le persone, cercare di capirne i bisogni ed essere aperti all’innovazione. In questa fase rimane a galla solo chi è pienamente consapevole di cosa comporta la great resignation, adattandosi e ingegnandosi di fronte alle nuove necessità.

Seguendo questa giusta strada, sono tante le realtà italiane (e non) che si stanno innovando. Come avevamo riportato in un nostro articolo (link), infatti, l’88% delle aziende ha confermato che continuerà a lavorare in smart working e da remoto dopo il 30 giugno. Inoltre, sono sempre di più, le imprese che vanno verso una modalità di full smart working: Ford ed Infojobs sono solo due delle tante.

SMACE è nata con l’obiettivo di permettere alle persone di trovare un equilibrio tra la sfera lavorativa e quella personale. E secondo noi, la soluzione è evolvere lo smart working in  best practice. Proprio con questi propositi SMACE offre un network di soluzioni smart working friendly.

Cerchi un partner per supportare la tua azienda verso il futuro del lavoro? SMACE è qui per te.

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Smart working = benessere? Sì.

Lavorare in smart working ha inevitabilmente dei benefici. Si parla di benessere: lavorativo, psicologico e ambientale.

Ciao Smacers!

Nel 2021, secondo l’INAP (Istituto Nazionale per le Analisi Pubbliche), il numero di lavoratori da remoto ammontava a 7.262.999, rispetto alla stima di 5.37 milioni prevista dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. Probabilmente questo dato è destinato solamente a crescere e noi ne saremmo molto felici, ovviamente.

Perché lavorare da remoto? Sicuramente, visti i dati più che positivi, ci sono benefici importanti.

L’Osservatorio Smart Working, nato nel 2012, studia da ormai dieci anni l’evoluzione del modo di lavorare. Oggi, proprio grazie a loro possiamo ben delineare pro (e contro) del lavoro agile.

Dal punto di vista delle aziende, adottare tale modalità, conviene per vari motivi. I più importanti sono sicuramente un miglioramento della produttività dei dipendenti, la riduzione dell’assenteismo e, ovviamente, il calo dei costi per gli spazi fisici. Si può infatti stimare l’incremento di produttività per un lavoratore del 15%.

Tanto quanto per le aziende anche per chi lavora in smart working, i benefici sono considerevoli. Citiamo infatti la riduzione di tempo e costo per il trasferimento, il miglioramento della work-life balance ed un aumento della motivazione e della soddisfazione.

I vantaggi però non riguardano solo le due parti principalmente coinvolte nell’impiego, ma anche un terzo personaggio: l’ambiente, che tutti abbiamo a cuore. Per noi di SMACE essere sostenibili è infatti uno dei requisiti fondamentali; per questo ci siamo impegnati e ci impegniamo, grazie a UP2Y, ad annullare sempre più il già ridotto impatto ambientale che hanno le nostre aziende.

Riduzione delle emissioni di CO2, del traffico e migliore utilizzo dei trasporti pubblici sono solo alcuni dei giovamenti che l’ecosistema ne trae.

“Considerando che in media le persone percorrono circa 40 chilometri per recarsi al lavoro, sempre nell’ipotesi di un giorno a settimana di lavoro da remoto, si potrebbe ottenere un risparmio in termini di emissioni per persona pari a 135 kg CO2 all’anno.

Osservatorio Smart Working

Come tutte le cose belle, c’è sempre da considerare anche l’altra faccia della medaglia. Ci sono, infatti, anche dei riscontri negativi. C’è chi ha sofferto di tecnostress e chi di overworking (dedicare un’elevata quantità di tempo al lavoro trascurando il riposo). Secondo AGI (articolo qui), l’aspetto ritenuto più negativo da tutte le organizzazioni è quello della comunicazione tra colleghi. Risulta peggiorata per il 55% delle grandi imprese, il 44% delle PMI e il 48% delle PA. A fronte rispettivamente del 10%, 9% e 16%, che ne dichiarano un miglioramento.

Di fronte a un problema, nella vita, bisogna sempre rispondere con una soluzione, e noi ce l’abbiamo: SMACE4Team. La soluzione ideale per unire un gruppo, stimolando la creatività, organizzando sessioni di brain storming e di ice breaking.

Sei curioso di saperne di più? Clicca qui.

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