Il Sole 24 Ore | Dal catamarano-ufficio al resort in quota, SMACE reinventa il lavoro agile
La soluzione più ardita è un catamarano-ufficio per lavorare in mare con postazioni ergonomiche, segnale wi-fi perfetto e quattro cabine a disposizione di 8 professionisti, più lo staff a bordo, che questa estate porterà gli smartworkers al lavoro tra la costiera amalfitana e le isole pontine. Ma la startup ferrarese SMACE ha altre 200 strutture selezionate già in catalogo, dalla villa in campagna al resort in quota, ed è alla ricerca costante di nuove proposte che la aiutino a ridisegnare il futuro del lavoro, non più confinato in un luogo fisico fisso ma diffuso, flessibile e ibrido in location finora riservate ai nomadi digitali o ai vacanzieri. Il progetto è racchiuso nel nome stesso di questa newco incubata in pieno Covid da due amici, Andrea Droghetti e Marta Romero: SMACE è la cucitura delle prime e delle ultime lettere della frase “smart working in smart place”.
«Era l’estate del 2020 e come altri professionisti io e Andrea – racconta la cofondatrice Marta Romero – abbiamo iniziato a lavorare da remoto in luoghi bellissimi sfruttando il periodo di lock down aziendale a Milano. Io dipendente di un big della consulenza e lui un project manager. L’idea di SMACE è nata in Liguria, da una riflessione comune sui benefici che avevamo noi per primi per il fatto di lavorare con un laptop e il telefono in posti che nulla hanno a che fare con il classico ufficio. Eravamo persone più felici, potevamo utilizzare meglio il nostro tempo libero, andare al mare finito il lavoro, fare più sport, mangiare più sano, visitare posti nuovi. Con benefici sia per le aziende, che sono più produttive avendo lavoratori entusiasti, sia per i territori, perché si porta indotto fuori dai centri del business, in località e a strutture ricettive che riescono a destagionalizzare gli arrivi».
La partenza vera e propria di SMACE è avvenuta nell’estate 2021, dopo un anno di incubazione tra pitch con investitori e clienti e la costituzione formale della Srl, che oggi conta dieci dipendenti full time con il target di 13 a regime e punta al milione di euro di fatturato quest’anno, dopo i 360mila euro del 2022. «Tra febbraio e luglio 2021 abbiamo lasciato entrambi il nostro posto di lavoro sicuro per dedicarci a tempo pieno alla newco e cominciamo ora a raccogliere i risultati dei nostri investimenti – continua la fondatrice di SMACE, che ha vinto il bando Smart Money di Invitalia ed è stata selezionata da ITA-Italian Trade Agency per la terza edizione del Global Startup Program –. Non lavoriamo con singoli clienti, solo con aziende, ma siamo partiti pensando a un utilizzo individuale, offrendo proposte a misura di singolo collaboratore in smart working, e invece abbiamo scoperto che il servizio che piace di più alle imprese è il “work retreat” per i team aziendali».
SMACE sta quindi calibrando il portafoglio di workstation in luoghi ameni con dimensioni e requisiti superiori per ospitare gruppi aziendali da 6 persone in su, che vanno in “ritiro lavorativo” insieme, recuperando così relazioni sociali, spirito di squadra e cultura aziendale, tutti aspetti che rischiano di sfilacciarsi in era di “home working”. «È un benefit che le aziende possono giocarsi per attrarre talenti, concedendo ai propri collaboratori sia di lavorare da casa sia periodi di “ufficio” in presenza con i colleghi, ma in luoghi belli. L’azienda compila un form online specificando le esigenze e noi organizziamo tutto, non solo l’affitto dello spazio-ufficio. Siamo il system integrator unico di servizi come transfer, pasti, attività di team building e di intrattenimento. Con una logica diversa dall’industria del turismo per grandi gruppi aziendali (il cosiddetto Mice-Meetings, incentives, conferences and exhibitions, ndr), perché non proponiamo un diversivo rispetto all’attività lavorativa, bensì abilitiamo esperienze di lavoro in luoghi con i giusti requisiti».
Tra i clienti Smace ha già all’attivo multinazionali come Amazon, Alibaba, EY, una cinquantina di Pmi e più ha già portato più di 2.500 lavoratori da tutta Europa in “smart places” italiani. «Il prossimo passo sarà allargare la nostra offerta di strutture e servizi al di fuori dei confini, nel Sud del Mediterraneo, per portare team italiani all’estero e poi sbarcare negli Usa», conclude Romero.
Articolo di Ilaria Vesentini per Il Sole 24 Ore. Link all’articolo.